C’è un’infedeltà di cui si parla meno rispetto a quella coniugale, ma che può costarti molto più di una discussione in famiglia: è quella fiscale. Sì, perché proprio come in amore, anche con il fisco la trasparenza è tutto. Una dichiarazione infedele è, a tutti gli effetti, un tradimento nei confronti dell’erario. E le conseguenze, te lo diciamo subito, sono ben più pesanti di un litigio tra partner: possono arrivare a migliaia di euro di sanzioni e, nei casi peggiori, anche alla reclusione. Ora, proviamo a fare chiarezza: quando si configura il reato? Come si calcola la sanzione per dichiarazione infedele? E soprattutto, entro quanto tempo si prescrive questa responsabilità? Andiamo con ordine.
Quando si configura il reato di dichiarazione infedele?
“Cielo, mio marito!”. La dichiarazione infedele non è un semplice errore di distrazione: è l’indicazione consapevole di dati falsi o incompleti nella dichiarazione dei redditi, finalizzata a ridurre o azzerare le imposte dovute. Il riferimento normativo principale è l’art. 4 del D.Lgs. 74/2000, che definisce le condizioni per la configurazione del reato. In concreto, il reato scatta quando:
- l’imposta evasa supera i 100.000 euro annui;
- la somma dei redditi non dichiarati o delle detrazioni indebite supera il 10% del totale dei componenti positivi o comunque supera i 2 milioni di euro.
È importante sottolineare che non serve il dolo specifico di frodare il fisco: è sufficiente la consapevolezza di dichiarare dati non veritieri. Ecco perché anche piccole “leggerezze” possono avere conseguenze molto serie.
Come calcolare la sanzione per dichiarazione infedele?
Sul fronte amministrativo, la sanzione per dichiarazione infedele è pari al 70% della maggiore imposta dovuta o del credito non spettante, secondo quanto previsto dall’art. 1 del D.Lgs. 471/1997. Facciamo un esempio pratico: se l’imposta evasa ammonta a 50.000 euro, la sanzione amministrativa sarà pari a 35.000 euro. Tuttavia, esistono possibilità di riduzione grazie al ravvedimento operoso. Intervenendo prima di eventuali contestazioni, puoi ridurre sensibilmente la sanzione per dichiarazione infedele e regolarizzare la tua posizione. E sul piano penale? La pena detentiva prevista varia da 2 a 4 anni e 6 mesi di reclusione, sempre che siano superate le soglie di punibilità.
Qual è il termine di prescrizione per la falsa dichiarazione?
La prescrizione gioca un ruolo decisivo nella strategia per la difesa dichiarazioni infedeli. Secondo l’art. 157 del Codice Penale, il termine ordinario di prescrizione è di 8 anni, che possono diventare 10 anni in caso di interruzione dei termini dovuta, ad esempio, a notifiche di atti di indagine. Questo significa che, se non ci sono interruzioni, dopo otto anni dalla violazione il reato si estingue. Per questo motivo, è sempre essenziale monitorare attentamente le tempistiche, perché agire in tempo può fare la differenza tra un rischio concreto e una posizione risolta.
Trasparenza prima di tutto
In fondo, come in ogni relazione, anche con il fisco la trasparenza è la miglior difesa. Evitare omissioni e dichiarazioni non corrette, o porvi rimedio con tempestività, significa proteggere non solo il tuo patrimonio ma anche la tua tranquillità personale e imprenditoriale. Se hai dubbi o vuoi analizzare insieme la tua situazione, siamo qui per questo. Scrivici su info@cclegal.it per una consulenza.
Avv. Giorgio Mangiaracina – Avv. Giorgia Franco