Nella seduta del 04 marzo 2025 (Consiglio regionale: le mozioni discusse nella seduta del 4 marzo – Lombardia Quotidiano), il Consiglio della Regione Lombardia avrebbe approvato un importante documento a sostegno della lotta contro la violenza e le discriminazioni di genere; l’elaborato è frutto di una lettura integrata di due distinte mozioni.
Vediamole nel dettaglio.
Il primo documento, a prima firma Alessia Villa, impegna la Giunta a prevedere l’esenzione del ticket sanitario per le vittime di violenza residenti in Lombardia e inserite in un percorso di presa in carico presso i centri antiviolenza per le prestazioni correlate alla violenza subita.
Tra le voci di spesa, che verrebbero ad essere così garantite, rientrano visite ginecologiche, visite infettivologiche, visite psichiatriche, esami ematochimici e sierologici per malattie sessualmente trasmesse, tamponi microbiologici vaginali e cervicali, colloqui psicologici (che è bene ricordare sono già comunque erogati gratuitamente nei consultori) e gratuità per alcune classi di farmaci (tra cui profilassi post esposizione per malattie sessualmente trasmesse, contraccezione d’emergenza, contraccettivi, farmaci di area psichiatrica).
L’esenzione dovrebbe avere una durata massima di 3 anni ovvero, comunque, non superiore alla durata della presa in carico dei centri antiviolenza.
Col secondo documento, a prima firma Paola Bocci, la Giunta della regione Lombardia si impegna ad istituire un codice di esenzione regionale dalla compartecipazione alla spesa sanitaria a favore delle vittime di violenza di genere e/o per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere, garantendo l’accesso gratuito alle necessarie prestazioni sanitarie e farmacologiche connesse alla violenza subita. Tale esenzione si estenderebbe anche agli orfani di femminicidio.
Nel documento si definiscono in tempi rapidi le modalità operative per l’attivazione e l’utilizzo del codice di esenzione, in collaborazione con le Aziende Socio-Sanitarie Territoriali (ASST), le Agenzie di Tutela della Salute (ATS), i centri antiviolenza, i consultori e le associazioni della Rete Antidiscriminazioni. Si richiede infine di promuovere campagne informative per sensibilizzare la popolazione sull’esistenza del codice di esenzione e sulle modalità di accesso alle prestazioni sanitarie gratuite.
Prima di regione Lombardia, già altre Regioni italiane hanno adottato misure simili: ad esempio Piemonte, Veneto e Provincia di Bolzano.
Il documento votato rappresenta sicuramente un ulteriore passo avanti nella lotta alla violenza e alle discriminazioni di genere, oltre che di un’iniziativa concreta per supportare le vittime di violenza in un percorso spesso reso ancora più difficile dalla fragilità economica in cui versano.